Katia

Tutto è partito da un timido opuscolo appeso in un angolo dell’ufficio informazioni turistiche del mio paese. Vi erano elencate le date di partenza per Medjugorje e un numero telefonico presso cui avere maggiori informazioni. Devo dire, però, che già da un paio d’anni circa ero stata invitata a compiere questo viaggio senza mai decidermi concretamente. Quel sabato fui colta come da un richiamo a prenotare subito un posto x il viaggio di maggio. A casa, non esitai a far presente la mia scelta e quasi con fare burlesco chiesi a mia sorella se avesse voluto accompagnarmi.
Due giorni dopo eravamo in lista.La mattina che segnò l’arrivo a Medjugorje mi sentivo frastornata, sia dal viaggio che dal timore di non cogliere l’essenza di ciò che si diceva di quel luogo.Oggi a distanza di due giorni dal nostro rientro a casa, posso testimoniare con cuore ardente e sincero le forti emozioni provate in ogni attimo vissuto in quel piccolo ed accogliente paesino, stretto tra le verdi montagne che si protendono verso l’alto quasi ad accarezzare il manto della Madonna che veglia su coloro che la pregano.Abbiamo cercato di ottimizzare al meglio l’intero arco della giornata, grazie alla nostra efficientissima guida tecnica e al gruppo stesso che si è dimostrato da subito molto affiatato. Ho avuto modo di conoscere persone straordinarie e la loro bellezza sta proprio nell’essere essenzialmente semplici e ferventi nella fede. Non pensavo potessero esistere ancora persone anche molto giovani così devote e dal cuore grande: ciò mi ha da subito colpito ed entusiasmata. Proprio in questo ho visto il primo segno della presenza di Maria e del Signore in mezzo a noi.Dio sceglie i suoi strumenti e se ne serve per attirare a sé e a convertire a sé altre anime bisognose d’amore.La cosa straordinaria è stata poter ammirare l’entusiasmo negli occhi di mia sorella che si riflettevano nei miei perché ambedue abbiamo vissuto le stesse emozioni e gioie. Non solo, si è andato ricostruendo quel rapporto tra di noi di amore e complicità già da tempo deteriorato.La gente di Medjugorje non ha pretese, né manie di lusso o nevrosi sociale, vive nella modestia e in un susseguirsi di momenti di preghiera e di impegno sociale per risollevare le sorti di un paese rimasto comunque pressoché indenne dagli avvenimenti bellici passati.Abbiamo vissuto attimi di commozione alla veglia di Pentecoste di fronte a Gesù Eucaristia dove il silenzio del raccoglimento era il protagonista indiscusso.Abbiamo aperto i nostri cuori a Maria al termine della via Crucis dall’alto del Krizevac e so che Lei era lì tra noi e con noi, pronta a tenderci la mano e ad ascoltare ogni nostra richiesta di grazie in cambio delle nostre preghiere.Un’esperienza che ha lasciato un forte segno su di me, sul mio modo di affrontare la quotidianità e di superare le barriere e le ostilità verso coloro che sentiamo lontani.Katia