“Le nostre anime si elevano nella fiamma della pietà, con un ardore e una devozione maggiori, per effetto di quelle sante parole, quando queste sono accompagnate dal canto(…)” S. Agostino PELLEGRINAGGIO A MEDUGORJE – SETTIMANA DAL 18 AL 25 AGOSTO Organizzato dalla Parrocchia S. Gabriele di Civitanova Marche, si è svolto nella settimana dal 18 al 25 agosto il pellegrinaggio a Medugorje, capitanato dall’infaticabile Mario Elisei con al fianco la moglie Giovanna, e la guida spirituale dei benemeriti Prof. Don Mario Guglielmini e Prof. Don Paolo Bascioni. Momenti di fervore ricchi di Fede e testimonianze di Carità hanno segnato il cammino di chi ha fatto del Cristo il centro della propria vita. Tante le adesioni, non soltanto da parte dei parrocchiani, ma anche di gente proveniente dalle più diverse località, limitrofe e non. Toccante lo spirito di solidarietà e condivisione che ha animato il gruppo, nel segno dell’aiuto verso il più debole, ad imitazione di quella Croce che ha scavato passo dopo passo l’aspro cammino. E’ stata così affrontata l’ascesa al monte delle apparizioni, il Podbrdo, e il giovedì successivo la scalata del Krizevac, il monte sulla cui sommità si staglia il Simbolo della Passione. Le salite lungo le diverse stazioni della Via Dolorosa sono state scandite da commenti profondi e pensosi. I pellegrini hanno assistito negli orari canonici alla celebrazione della S. Messa e del Mistero sotto specie di Adorazione Eucaristica, delle Lodi mattutine e dei Vespri. La recita del Rosario quotidiano ha segnato un momento di riflessione e di raccoglimento. Alla preghiera, resa ancor più intensa e partecipata dalle visite presso le varie Comunità sorte nei sobborghi e dalle testimonianze di chi ha deciso di consacrare interamente la sua vita a Dio, si sono intervallate parentesi di leggerezza, fatte di battute esilaranti e gag e scherzi quasi “goliardici”. Ma anche pause di assorta riflessione, spesso condivisa. Come sempre stupende e illuminanti le parole di Krizah circa il messaggio che la Madonna attraverso i veggenti vuol dare all’umanità intera. Grande commozione ha suscitato la visita all’orfanotrofio di suor Cornelia, momento reso ancor più toccante dalla cerimonia che ha visto ancora una volta davanti l’altare Laura e Maurizio, consacrati al Cuore Immacolato della “Gospa”. Non potevano naturalmente mancare gli appuntamenti alla Croce Blu, alla catechesi di Padre Jozo ed all’apparizione dell’Immacolata alla veggente Marja. Ultima tappa: la visita alle cascate di Ljubuskj, splendida oasi naturalistica incastonata nella vegetazione dell’entroterra della Bosnia-Erzegovina, che ancora ha dissetato il corpo e lo spirito. Un Viaggio verso la Meta Ultima, che ha lasciato a tutti il Dono di una vita nuova nutrita alla Fonte dell’Amore, con la speranza accarezzata di tornare in quello che fino a pochi anni or sono era uno sperduto villaggio pressoché sconosciuto, divenuto ora l’Ombelico della spiritualità e della Fede. Una Fede vissuta, sperimentata, agita. Sofferta ma gioiosa. I pellegrini si sono l’un l’altro accomiatati con una promessa: reincontrarsi nei raduni che periodicamente si tengono presso la Chiesa parrocchiale o dove il Signore vorrà, per rinsaldare lo spirito di fratellanza e rinfocolare la Grazia singolare della Chiamata, il Privilegio di essere stati sfiorati da un’ala di Colomba. DIARIO DI BORDO Un‘istantanea non può catturare l’Infinito. I ricordi rimangono incisi nell’anima. A Stefania e Alessio
Al lepido, magmatico, irresistibile Prof. Don Paolo
A voi tutti
18 agosto 2008 h. 17,00, ritrovo davanti la Chiesa di San Gabriele E’ quasi ora.
Ultimi preparativi, valigie fino a pochi giorni fa vuote stipate di necessaire e vestiti, cibarie e oggetti i più disparati.
C’è un fremito che percorre l’aria, un’ansia covata nel segreto del cuore, che alla minima sollecitazione esplode.
Turbamenti più gelosi si nascondono come prede braccate nei meandri imperscrutabili dell’anima, sensazioni, un’impressione di spaesamento, quasi una ritrosia ad andare.
Allora si va, comunque si va, la gioia indecifrabile mescolata a un’indefinibile angoscia che ci vorrebbe fermare lì dove abbiamo deciso di stabilire il punto di partenza.
Dopo il viaggio in auto, saliamo a bordo del pullman che ci porterà fino al traghetto, che di lì a poco prenderà il mare.
Sguardi, sorrisi accennati, perplessità.
In fondo risa, di chi già si conosce e cementa l’amicizia, il rito del rivedersi, del ricominciare un’avventura insieme. Frizzante imprevedibile esaltante storia tutta da scrivere.
Il porto è tutto un fremito di gente che va e gente che viene.
Il sole declinante disegna sulla piatta e uniforme distesa d’acqua giochi di luce nervosi, caleidoscopici.
E’ un invito ad andare, verso l’altra sponda del mare, verso la terra che ha conosciuto prima l’urlo lancinante delle armi, e poi la pace, quella pace che non è di questa terra.
Ci imbarchiamo.
C’è ressa, disciplinata via via dalla magistrale direzione e dalla certosina organizzazione di Mario & Co.
Premiata ditta, non c’è che dire.
Ancora sguardi timidi, ci si comincia a conoscere, la voglia di vivere questo viaggio coralmente.
Assegnata a ciascun nucleo la cuccetta, ci affidiamo ai segreti della notte, la brezza serotina che sfiora il Sogno.
Finalmente si salpa. Verso il Mistero.

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partenza da Ancona porto,18 agosto

Luna di mare questa notte. Luna che splende sulla distesa immensa lievemente increspata dal vento.
Avanti tutta, verso la Luce.
Incontri, saluti, uno sguardo che lenisce l’anima, molcendo il bruciore della carne.
Tu voli beato nei sogni, angelo senza età.
Annotta scuro anche oltre l’orizzonte impalpabile, ebano fuso che mette paura.
Tra poche ore sarà pastello, poi iridescenze cangianti al tocco dell’aurora.
L’alba vincerà la notte. Verso la Luce.

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Split 19 agosto

Mattino infuocato di raggi che luccicano come tante stelle cadenti che si sciolgono nell’acqua.
Terra in vista, l’oro del mare è un invito ad attraccare. Il dorso delle montagne si allunga come una lingua placida a lambire un sogno.
Il profilo di una città che si risveglia dai fantasmi della notte: terra, terra!…
Resta solo da aspettare. Un sorriso, un barlume d’Immenso.

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Durante il percorso da Split a Medugorje

Fresco pungente in questo mattinale di limpidezza e confidente immaginare.
I conversari lievi sono brusii sommessi, che si mescolano ai ricordi che via via sfocano insieme agli spettri che, d’improvviso, artigliano l’anima, lasciandola imbelle.
La magnificenza del creato che coniuga il verde al blu dell’immensa distesa liquida, ci apprestiamo a posare il piede su una terra che ha già pronto un palco sulle stelle.
Sempre più vicini, sempre più vicini…
Tra breve, i tornanti saranno i passi doloranti e gioiosi di questa turba orante di pellegrini, in cammino verso la Meta.
Allora i turbamenti si faranno sguardo oltre l’Indicibile, e le sottili nebbie dello spirito diraderanno via via al fuoco di una consapevolezza altra, che non si spegne e si fa solo dolcemente sentire, come un lievito, una brezza, silente.

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Come può l’Infinito bivaccare dentro una crosta di sassi e sterpi? Pure c’è, vi ha posto la Sua tenda.
Su ali di colomba pure come la neve, ha steso una coltre di beatitudine sui cuori.
La preghiera è il laccio che ci tiene avvinti a quel Sogno d’Eternità.
Aspetto di martoriarmi i piedi, peccatore penitente, per cogliere un soffio di Luce.
Procediamo sulla via, un sorso di spiritualità, il mare sfavillante è ormai un ricordo.

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Dopo il primo mattino

Dopo la sosta alla Lourdes croata e la meditazione, ci fermiamo al confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina. Passaporti, documenti che ci danno una patente d’identità. Controlli burocratici, di routine. E via nel sole. Di corsa, la speranza che sfiora pudica le palpebre socchiuse.
Non c’è tempo da perdere.
Ci aspetta lassù Qualcosa che non è dato descrivere con parole umane.
Il rosario, i suoi grani vissuti stretti tra le dita duttili e frementi è per ora l’unica ancora di salvataggio.

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Sistemazione presso la pensione Ana – Medugorje, pomeriggio

Si avvicina l’ora della visita al Santuario.
La canicola non concede tregua, si aspetta che l’imbrunire lenisca il ruggito del sole..
Tanti i pensieri, covati nel cuore i propositi, striate di fiducia le richieste.
All’ombra della Fede, le braci palpitano.
La Fede.. Che parola enorme. Riusciremo a trovarla? Avrai Tu, Madre dolcissima, mani che raccolgono le nude preghiere?
>Il cammino, irto e pungente, è tutto da intraprendere.
Voglio immaginarvi in fondo una Luce, sprazzi di speranza si avvicendano a momenti di irrequieto, erratico andare.
Via via si scioglieranno i grumi dell’anima. Allora anche le pupille si chiariranno.

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Santuario h. 17,00 – celebrazione S. Messa –

Recita S. Rosario – Preghiera di guarigione Stasera ho sentito nel fiume di lacrime e in mezzo a turbe di discepoli attonite e doloranti l’Assoluto.
Era lì, in agguato, che mi aspettava.
Ha assunto ora il volto di Cristo, ora le sembianze della Regina della Pace, ora le fattezze dell’Inconosciuto.
Il Suo bacio casto devastante mi ha folgorato l’anima, distillandovi un’ambrosia largita dal Cielo.
In questo abbraccio vi ho stretti fino a soffocarvi, mie ragioni che danno respiro all’Oltre.

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20 agosto 2008, salita al Podbrdo

La fatica della vita non si traduce in un’alba che annuncia il giorno, e perpetua il durare.
Erto è il cammino, ma si arriverà. Proprio là dove il sole cala a picco i suoi raggi sui ciottoli ineguali e aspri che induriscono il dorso infocato.
Ripido e accidentato il sentiero, ma la Fede sbaraglia i dubbi.
Quando non sia essa stessa dubbio, da cui ripartire per una reset dell’anima.
La via crucis, le didascaliche parole dei pastori spirituali, una preghiera, un pensiero.
Muto è il cammino, dolenti ma raggianti gli occhi.
Un passo dopo l’altro, una invocazione strappata dai silenzi siderali, e siamo in cima.
Lassù, dove a notte ardono le stelle. Nel Luogo dove l’Eterno si è fatto ancora una volta Luce, Dono, Scoperta di Sé.
Ave Maria…
Il viaggio a ritroso è madido di speranza, lacrime, gioia rattenuta, che verbo umano non potrà mai dire.

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Un gesto d’amore non fa notizia.
Silenzioso, si posa come farfalla sui fiori.
E’ rosa pudibonda che si chiude di notte nelle sue molli sensuali seriche curve per poi aprirsi gloriosa al tocco dell’alba.
Tu, Cireneo, mi hai aiutato a portare la Croce di ogni giorno, perché un alito d’Infinito ha sfiorato i tuoi passi, segnandoli.
Non servono parole.
A tavola si mangia, si ride, ci si interroga ancora.
Il miracolo di un sorriso che ammicca pensoso mi ammutolisce guarendomi.

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Non c’è Verità dove la via è spianata, senza ostacoli.
Nei sontuosi palazzi dove la ricchezza è la parola d’ordine, la password per entrare in un mondo interdetto ai semplici, agli ultimi, le luci sfavillanti degli orgiastici baccanali sono caduche, prima o poi sbiadiranno, fino a spegnersi come fiamma di candela.
In mezzo alle anime che non pretendono altro che una benedizione dimora invece la Grazia, vive e magnifica la Luce dell’Eterno.
C’è più verità in un dialetto incomprensibile e sghembo che sgorga dal cuore che non in un trattato di alta dottrina che si nutre di crassa prosopopea, e resta imprigionato nelle secche dell’aridità, nel padule infestato dell’ipocrisia, del doppiogiochismo, del mellifluo.
La Verità abita gli ultimi.

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Anche un sacchetto lacero può risolvere una situazione. Stranezze della vita, dettagli di una sensibilità che se l’incontri t’innamora. Un amore a prima vista.
Per altri, un amore conquistato, sofferto, posseduto.
Alessio è tornato a sorridere pieno di sole e del suo mondo, che è un po’ anche il nostro.
All’ombra di un meriggio impietoso, il “frustadiavoli” di Pina e Francesco, impagabili compagni di viaggio, ci ridona il sorriso, restituendoci a noi, a te, angelo senz’ali, alla terra e al vento.
A questo cielo immenso.

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h. 18,00, recita del S. Rosario

Provo a dire qualcosa sul Santo Rosario, ma in bocca, ahime!, non fiorisce nulla, se non il Verbo meraviglioso e gravido di Significato del Pater-Ave-Gloria.
Nemmeno la dotta introduzione al tema da parte del proteiforme Prof. Don Paolo è valsa ad ispirarmi qualcosa in più delle parole che sgorgano limpide dai grani della corona. Di per sé essenziali.
Rosario, la probabile etimologia mi fa pensare alla rosa, rosa mistica, rosa aulente, rosa ascosa…
Questa catena leggera mi tiene avvinto all’Assoluto, traghettandomi oltre lo spazio e il tempo.
Tengo stretto il rosario al petto, antidoto ad ogni male, ad ogni turbamento, a un’ansia che miracolosamente si strugge in estatico abbandono.

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h.22,00 Adorazione Eucaristica

La parola è muta.
Quando Dio, in Persona del Suo Figlio Amatissimo, scende sulla terra in tutta la sua regale umanità divina, e Sua Madre al fianco incoraggia il pellegrino sorridendogli amorevole, il creato trattiene il respiro, tutto si ferma, attonito.
Dio che scende sulla terra per asciugare le nostre lacrime…
Resto a occhi chiusi a cospetto di una così nuda, immensa Verità.
Ancora una volta, tutto è compiuto.

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21 agosto, pellegrinaggio alla collina di Krizevac

La luce tremula del mattino soffonde l’alba madreperlacea che s’insinua tra le feritoie, macchiando la stanza ancora greve di sonno di striature e arabeschi che ristanno in uno stupore di dormiveglia. Contengono messaggi, sussurri, riverberi di pensieri, echi di riflessioni.
Scoprono la nudità di un sogno che dilata all’Infinito.
Levata alle 6,00, colazione consumata rapidamente. Trilli di Alessio che danno il la al nuovo giorno. Ore 6,45: si parte alla volta della collina di Krizevac, dove le richieste delle anime pie verranno esaudite dalla Mamma di tutti.
La fiumana di pellegrini è inarrestabile sin dai primi vagiti del sol levante.
Scabra, aspra e dolorosa si preannuncia la Via Crucis.
Zaino a tracolla e Fede al seguito, s’incomincia a salire l’erta.

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Tu, solito dotto prelato di campagna che non finisce mai di stupirmi, hai parlato di ragioni del cuore che si sposano all’altezza dell’intelletto come centro della Fede, specificità di una fenomenologia che non può prescindere dal nostro essere Chiesa orante, vivente.
Che cos’è in verità la Fede, se non questo incontro mirabile tra razionalità e pietà, intelligenza e compassione, per dirla con Pascal, esprit de géométrie ed esprit de finesse?
Tu parli e ancora parlerai di questo connubio miracoloso che fa grande l’uomo anche quando la sua bocca morde la polvere, come Gesù quando cade per la terza volta dalla Croce. Lo fa immenso, speculum Dei, a immagine e somiglianza di Gesù e, di riflesso, del Creatore.
Così è la Fede, così quelle mani nodose che stringono una ragione, quei piedi nudi e macilenti che calcano le pietre, sul punto di sanguinare, quegli occhi increduli radiosi di speranza e della Grazia redentrice.
La Fede è anche affondare le mani nel fango, insozzarsi nelle bassezze umane, la Fede è rischio. D’altronde, diceva sempre Pascal, la Fede è una scommessa.
Gesù è vissuto, morto e risorto, ad esemplificazione della parabola dell’esistenza dell’uomo, destinato, sol che lo desideri col cuore, alla Gloria.
Memore di quella gara alla solidarietà che ha coniugato il verbo amare in tutti i tempi e modi, alleviando la durezza del cammino al mio angelo, facendogli di tanto in tanto spuntare un sorriso che solo Tu, Onnipotente, sai cogliere e tradurre, mi disporrò a vivere la mia Fede con le mani lordate di fango, la carne strappata a brano a brano, ma gli occhi limpidi di una consapevolezza che nessun dolore potrà mai scalfire, e che, anzi, magnificherà in un darsi, che è il Dono per eccellenza.

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Sera, cerimonia nuziale Maurizio e Laura;
visita all’orfanotrofio

Di nuovo sposi, Laura e Maurizio.
Di nuovo davanti all’altare, a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria.
Al vedere questo rinnovarsi di fede l’un l’altra, toccato dalla semplicità e dalla genuinità di questi ragazzi mi è salito un groppo in gola.
…la mente torna…come immaginavamo luminoso l’avvenire quel 27 giugno dell’anno 1998, sbocciavano le speranze, fiorivano i progetti …come eri bella, mia sposa, come eravamo…
Ma la vita non concede sconti, il disco che cantava la canzone è rotto…
Eppure, si perde tanto quanto si guadagna, con in più gli interessi.
I bambini, il valore aggiunto della vita. La ragione, il candore, la meraviglia: Alessandro…Alessio, Benedetta…
Tanti bambini attorno a voi a far festa, perché in quel momento siete per loro papà e mamma.
Bambini che un destino ingrato ha lasciato orbi dei genitori, ma non della protezione materna di Maria, che s’incarna nel viso umile e radioso delle suore che popolano silenziose e solerti l’orfanotrofio di Madre Cornelia, che ha fatto della dedizione verso il prossimo il suo credo.
Api laboriose, apostole della Carità con un unico compito: amare, incondizionatamente, gratuitamente amare.
Madri, madri dolcissime, a similitudine della Mamma Celeste.
Loro sono lì, non andranno via, non scapperanno come un giorno fece chi dell’amore, forse, non ha conosciuto neppure il calore di una carezza.
Lasciate che i bambini vengano a me!…
Un corteo di visini gioiosi, che hanno donato a voi, ministri della famiglia, i loro canti, i loro piccoli doni, le loro lacrime di gioia.
Quanti messaggi, quante domande dentro quelle pupille…
Avrei voluto abbracciarli e portarli a casa tutti.
Avremmo voluto abbracciarli e portarli a casa tutti.

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h. 21,00 messaggio di Krizah

Sono parole bellissime le tue.
Ci ripeti che Gesù è la Via, la Verità, la Vita, e che questo messaggio sublime si libra su ali di farfalla, e se ne fa portavoce Maria attraverso la Grazia largita ai veggenti di Medugorje.
Ci dice parole di verità Krizah. Dà la definizione di vita, non quella biologica, ma quella esistenziale e spirituale nel significato più alto del termine.
Parole ispirate. Ma sapremo raccoglierle nelle nostre mani, accoglierle nei nostri cuori, vivificarle nel vissuto dei tribolati giorni?

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Stasera ho visto l’Immenso nei tuoi occhi, bambino mio, quando mi hai abbracciato come sei solito fare struggendo disarmante le mie pupille.
Mentre si consumava quest’amplesso d’anime, un piccolo orfano diceva, col suo sguardo rapito di cucciolo, la succube meraviglia di fronte all’incanto di quegli occhi.

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22 agosto 2008 – Predicazione, S. Messa e benedizione di Padre Jozo

A Stefania e Alessio.C’è una tristezza chiusa nei tuoi occhi di madre. Inattingibile.
C’è chiuso il mistero muliebre in tutta la sua poliedrica inscrutabilità, in tutto il fascino che trascende la bellezza e i sensi di questo mondo.
Ci leggo nella filigrana del cuore un amore che non può significarsi per parole, perché la lingua umana non codifica certe emozioni, intuizioni, trasalimenti.
Sei chiusa nel tuo mistero di madre, come lo era Maria nei momenti salienti della vita di Suo Figlio.
Io, sulle orme di Giuseppe, lì accanto, a interrogarti e interrogarmi, muto.
Lancinante la sferza di Padre Jozo, toccante il momento in cui ci segna nell’imperativo dell’Amore.
Veni, Sancte Spiritus…
Servo di Maria ed effuso di Grazia, colgo ancora una volta il brulicare di Senso, di Verità e Vita che respira dentro il verbo muto.

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Divagazioni sul temaA tutti voiL’amore è come un refolo di vento che spira non sai di dove.
Stile dell’anima, asimmetria simmetrica d’un modo d’essere, bussa piano alla tua porta, senza far rumore.
Sta a noi riconoscerlo, farlo entrare, dargli accoglienza.
Esso declina le sue infinite potenzialità nel lessico variegato della figliolanza, del rapporto amicale, della coniugalità, assumendo molteplici forme.
Una specie di Fregoli dalla faccia pulita e il sorriso incantato.
Lo senti da quel timido bussare alla porta…
Guai a non aprirgli.
Nel cantuccio dell’anima, il cervello non ha diritto di cittadinanza.

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Vi rivedo tutti, amici d’un’avventura, Laura, Andrea, Marcella, Giovanna, Francesco, Eleonora, Umberto, Stefania, Massimo, Giovanni, Mario, Juri, Katia, Guido, Pierino, Marcello, Michela, Scelza, Carina, Franca, Anna Maria, Francesco e Pina, Don Mario e Don Paolo, e tutti gli altri dell’allegra brigata…
Nella mestizia d’un addio siete confusi con altri volti, voci, situazioni, emozioni.
Vi rivedrò attraverso la lente deformata della macchina da presa che farà scorrere come in un film momenti che già appartengono alla dimensione della memoria, e sono votati a non perire, perché nutriti di gioia, stupore. D’Eterno.
E soprattutto d’Amore, quell’Amore, diceva il sommo poeta, che “ditta dentro”.
Come scordarsi allora di quelle salite sul primo albore, nel brulichio di gente e gioventù, le braccia che facevano a gara per tenerti in braccio, angelo mio, lungo l’aspro cammino…di quelle piccole attenzioni, di quegli sguardi in cui è contenuto tutto l’uomo e il suo significato, la ragione di essere in questo mondo…dei grazie che ci avete regalato cammin facendo, illuminati da una Grazia piovuta dal Cielo, riflessa negli occhi di un bambino che hanno dentro il mare…
Come diceva quel motivetto, vorrei incontrarvi fra cent’anni, amici, e fare ancora una volta questo viaggio insieme, sodali nell’Amore, forti nello Spirito di Carità, dentro quella sfera di cristallo che custodisce tutti i vostri sorrisi.

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Pensieri presso la casa di accoglienza di Suor Elvira
Mi piace pensare a una conversione che coinvolga tutto l’essere.Cerco quella strada.

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Cambiare vita per trovare la gioia dentro la sofferenza.
Attraverso un percorso angusto e tortuoso, ai arriva al traguardo.

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Una piccola casa carezzata dalle brezze vespertine che coagula un mondo d’Amore e di Carità.
Maria guarda, misericorde, e veglia prostrata ai piedi del Crocifisso.

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Nel trascolorare del crepuscolo, senti che l’Amore ti ha inesorabilmente contagiato.

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23 agosto 2008, lodi mattutine

Spira un venticello benefico stamattina, la luce pallida a breve esploderà in una fiumana abbacinante.
Ci accingiamo a celebrare le lodi al Signore, lungo questo cammino di Fede che è Grazia.
La preghiera si leva dal cuore umile, semplice.
Dicono si siano involate le rondini…
Anche il frusciare di una foglia, il murmure di un rivo nascosto tra gli arbusti e i rovi è miracolo, trasporta su ali d’argento un sussurro, un messaggio di Pace.

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h. 10,00 sosta presso l’Oasi della Pace

Come resistere alla Chiamata di Maria? Così condensa la sua storia una sorella approdata a quest’oasi di pace dopo una vita travagliatissima negli abissi oscuri della perdizione e della mancanza di senso, di bellezza, di verità, un combattimento cruento contro l’Angelo del Male.
Racconta ancora che la Vergine chiama tutti, ciascuno in modo singolare, come singolare e unico è ogni uomo, che ha sempre al suo fianco la Presenza dell’Eterno.
Anche la Fede è una tentazione, tremenda come gli angeli di Rilke, dolcissima come il volto della Madre.

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h. 11,30 Rosario ai piedi della Croce Blu

Come il veggente Ivan, siamo venuti ad invocare la misericordia di Dio che ci scampi da ogni insidia, dalla seduzione dei mali del mondo.
Ivan, quando è assorto in preghiera, vede e sente la presenza di Maria.
Astrale sovrumana congiunzione di spirito e corpo, ragione e Fede. Più fede che intelletto.
Dio non è logico, ma sa declinare l’Amore.
Lasciamogli muovere i fili come e quanto più gli aggrada. Impervio e disseminato di ostacoli è il cammino. Il Rosario lo illumina, disvelandolo via via ai nostri occhi, al nostro stupore, alla nostra Sete d’Assoluto.

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23 agosto, pranzo

Auguri, caro Mario, e auguri, caro Massimo.
Privilegio singolare ricordare e festeggiare il proprio compleanno nella terra ove Maria ha posto la sua Dimora.
Con te sono rinato a una nuova vita, dice Mario, e suggella l’emozione con un bacio a chi ha deciso di dividere la sorte con lui. Stessa cosa fa Massimo.
Momenti di luce, garbati ammiccamenti, flash di quello che un giorno sarà un amarcord dolceamaro, venato di nostalgia.
Attimi che rivedremo attraverso l’occhio di una telecamera, a contare e rimemorare le tappe di un’avventura singolare ed esilarante, misteriosa quanto edificante, che getta il seme di una convivialità che un Giorno trasfigurerà in Luce.

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Ho visto il Dio uomo nel volto e nelle pupille dei tanti amici che a Medugorje hanno diviso il pane e condiviso quest’esperienza di vita e di Fede con noi.
L’ho sentito in uno sguardo, in una stretta di mano, in un incoraggiamento.
Nel silenzio della Carità, in una carezza affondata nei capelli bruni, la bocca che diceva Verità ispirate al Gesto indicibile.

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Gocce di Mare
Ma tu mi ami?, dice Gesù a Pietro. Sacra rappresentazione dell’essenza del Logos.

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Logos sarkos gignetai, e il Verbo si fece carne.

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Aspetto che la tua tristezza di madre transustanzi in Gioia.

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Credere di credere s’interroga Vattimo. Io dico tentare di credere tentando la Fede.

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Padre Slavko è morto al termine della Via Crucis sulla collina di Krizevac.
La salita è stata dura, ma poi invece di scendere è asceso d’un subito al Cielo, inondato da un Sorriso.

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Stasera Marja avrà l’apparizione.
Trasumanar per verba non si porìa, diceva Dante. Qui parla il silenzio, ogni parola è di troppo.

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Andare oltre l’umano, il visibile.
Non cerco soli roteanti oltre la loro orbita né visioni folgoranti lungo la Via Dolorosa.
Maria sceglie chi vuole per diffondere il Verbo. L’importante è averla accanto.

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In attesa dell’Evento, una folla nutrita di anime trepida nella preghiera.
Io aspetto che Lei mi dia la Pace.

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Vivere la Fede non è cosa da poco.
Bisogna essere particolarmente vigili nel discernimento spirituale. Gli eccessi possono portare a una distorsione pericolosa.
Sono convinto che un serio impegno unito alla semplicità e sincerità del cuore conducano per la virtù sanante della preghiera ai Pascoli del Cielo.
D’altronde, diceva Agostino di Tagaste, io credo per capire, ma pure capisco per credere.

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Non c’è peggior insidia dell’esaltazione per le cose che ci trascendono.
La Fede vera vive di regole semplici: adesione alla Parola, povertà di Spirito, affidamento incondizionato al Signore per intercessione della Madre Santissima.

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Nessun volo al declinare del meriggio, tranne qualche incursione di vespe corsare.
Tra una manciata di minuti, il librarsi su ali invisibili dello Spirito, che si fa Luce sul volto della Madre.

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Io non ho mani che mi carezzino il volto, cantava Padre Turoldo.
In questo luogo benedetto, avverto costantemente l’alito di una carezza.

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Oggi il sacchetto è scomparso dalle mani di Alessio. Non voglio soggiungere altro. Mi affido interamente a Te, Madre, gli occhi volti al Cielo..

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Si ferma la terra, si ferma il respiro. L’universo tace, la natura sbigottisce.
Marjia s’intrattiene in colloquio mistico con la Vergine Beata. Sono attimi che non partecipano del tempo, perché dentro una dimensione che non ha tempo.
Su tutto la tua voce, angelo mio, il tuo stupito festante gaudio, Segno di Grazia.

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Sento che anche un dialogo d’amore e di sensi con la carne della propria carne è celebrazione del Mistero Eucaristico.
Rifulge in esso una scintilla di Carità e d’Immenso.

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Quando il meriggio declina nella sera, ti senti inondato da un oceano di Pace.

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Mi raccontava il caro Krizah della mendìca che, un giorno, invece della solita elemosina, ebbe in dono una rosa. Da quel giorno nessuno la vide più al crocicchio.
La Carità non è l’obolo dato con algida condiscendenza e falsa commiserazione tanto per alleggerirsi la coscienza, ma uno sguardo che si fa gesto d’amore, attenzione per la sorte dell’altro, gioia condivisa.
La rosa schiude al bacio del sole il suo irraggiungibile mistero, solo per donarsi.

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La notte, dove accendono le stelle, ai piedi della Croce Blu, in un silenzio siderale, un lumino a indicare la Via.

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Racconta Guido che l’anno scorso, al culmine della salita alla Croce del Podbrdo ha lasciato un cuore di pietra per uno di carne. Così recita il Salmo.
Le lacrime copiosamente versate ai piedi del Cristo e della Madonna hanno portato a compimento in te la costruzione dell’uomo nuovo.
Grazie, fratello, per la tua fede commossa e sentita, per i tuoi piedi nudi, per le preghiere a mani giunte levate al cielo che invocano il perdono, la pace, la gioia.

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Grazie, Maria, per averci ricondotto a Tuo Figlio.

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24 agosto h. 9,30

Bancarelle sparse qua e là lungo le strette vie del villaggio, a proporre gadget e souvenir ispirati a Nostra Signora e al Crocefisso.
Sbrigliata la fantasia, bizzarro l’estro, perito il creare.
Pietre e pietruzze a legare il rosario, li trovi anche coi grani in legno o in ceramica, e un ramo d’ulivo piegato a Croce con sopra inchiodato un Cristo devastato dalle piaghe; e ancora bracciali, catenine, immagini le più varie e variegate. Qualcuna con effetti speciali.
Per noi un modo come un altro di trascorrere il tempo e ingannarlo divagandosi, cullare e coltivare la memoria attraverso un simbolo, da donare; per chi invece di questi ricordini e immaginette fa commercio un modo per riportare il pane a casa.
Vedo la dimora di Viska incorniciata da un bel pergolato che adombra il ballatoio. Frugale ma dignitosa, le serrandine verdi, invasa dal sole.
Più avanti un negozio di generi alimentari, gelati sfusi, c’è anche una pasticceria per i più esigenti.
Economie povere, un discorso appena iniziato, costumi e costumanze che poco ci assomigliano, anche se il mondo resta sempre uguale a se stesso.
Con una Grazia in più, c’incamminiamo sui nostri passi, a coprire il penultimo, forse l’ultimo tragitto che conduce alla pensione Ana.

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h. 10,00 davanti alla statua del Cristo Risorto

Nudi a cospetto della scultura del Cristo Risorto. Da un lato del ginocchio continua a sgorgare goccia a goccia il Suo preziosissimo Sangue sotto forma di Lacrime, raccolte una ad una da mani pietose, che dicono il dolore e la Fede. Beati coloro che pur non avendo visto hanno creduto.

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h. 11,00 Visita alla tomba di Padre Slavko

“Tko vieruje u me, ekai unire, živjet ce”.
Spira un’aria di resurrezione nel camposanto dove riposano le spoglie di Padre Slavko, martire intrepido della devozione al Cuore Immacolato di Maria, che ci sorride dal Cielo.
La luce abbacina, ma non è la luce del sole, è quella dello Spirito, del Risorto che ha vinto per sempre la morte.
C’è aria di resurrezione, speranza di Vita Eterna.
Silenzio.
L’eterno riposo dona loro, Signore, facendo risplendere su queste anime la Tua Grazia vivificante.
Sento l’anima invasa da una pace ultraterrena, una vicinanza che è miracolo, Porta per il Cielo.

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Ancora schermaglie tra noi, battute, motti si spirito, risa. Il racconto della vita, un fiore in boccio spezzato anzitempo, racchiuso in una lacrima, dentro l’insondabile mistero degli occhi: Alessandro, Gianluca, Jody…
Ragioni che riposano recondite nel Cuore di Dio, traiettorie e disegni che non possono leggersi al lume della logica.
…ma come è potuto succedere…perché tanto dolore…il destino…
Altre strade, la volontà di guardare avanti ad ogni costo, la vita. Che ci chiama, ciascuno in modi diversi.
Anche attraverso un sospiro, che prefigura l’Eterno.

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Scopri allora storie che riguardano un po’ anche te, e ti somigliano, e capisci che la croce è il bivio attraverso cui ognuno di noi deve passare per approdare alla Luce.
Le parole s’intonano a un unico registro, siamo uniti in mirabile concento.
Pala a prora, ciascuno di noi naviga a vista sulle burrasche della vita, ma ha un perché da raccontare, una Gioia che è figlia di un ritrovato Senso.
Un Dono che a sua volta è donato in uno stupore dolente ma gioioso.
La Bussola è la Croce che si staglia lassù contro il cielo cobalto, sfolgorante, invincibile.

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h. 17,30 visita alle cascate di Ljubusky – Chiusa

Terminata la visita al Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù e la recita della coroncina della Divina Misericordia nell’incanto della natura, arriviamo alle cascate di Ljubusky, a quel fragore d’acque che è principio di vita, meraviglia del creato, formidabile colpo d’occhio.
Laudato si’, mi Signore, per sor’acqua,/la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta, cantava lodando il creato il poverello di Assisi.
Celebrata sin dai primi vagiti del pensiero raziocinante, l’acqua è benedizione per il corpo e risanatrice dell’anima.
Luccicante al sole, placida al tramonto e soffusa dei colori della sera, si fa simbolo e metafora dell’essere, segno di continuità di vita, del divenire delle cose.
Domani, al ritorno, mille scaglie di luce abbaglieranno la vista, quel lembo di mare che la sera, a casa, immagineremo oltre l’orizzonte.
Affacciati alla finestra, ripenseremo allora a questi momenti come a un Sogno diventato Realtà, viva, presente, palpitante.Giuseppe Fedeli, 18-24 agosto 2008